Polly è un mc attivo nella scena romagnola a partire dal lontano 2001. Nel 2003 insieme ad un gruppo di amici fonda la storica crew Il lato oscuro della costa con cui rimane legato fino al 2010.
In questi anni il collettivo romagnolo sforna diversi demo, due album ufficiali (“Artificious” nel 2006 e “Amore Morte Rivoluzione” nel 2010) che ottengono un buon riscontro di critica e pubblico, oltre alle centinaia di concerti in tutta Italia, con collaborazioni importanti nella scena hip hop underground dell’epoca e aperture ai live di Fabri Fibra, Caparezza, Meg, Linea 77, Assalti Frontali, Club Dogo e altri.
Nel 2007 esce “Doublethinkers”, un disco dalla natura variegata e sperimentale che vede dj Nada (ora Godblesscomputers) alle produzioni e che si può definire un precursore dell’attuale ondata musicale che vede il rap unito all’elettronica.
Nel 2012 dalla collaborazione artistica con il producer Max Prod nascono gli “Occhi di Astronauti” ed esce il side project “La città verrà distrutta domani”, esperimento particolarmente riuscito di fusione tra rap e musica elettronica, con un concept fortemente sci-fi e cyberpunk.
A fine 2016 dopo un periodo di inattività esce il singolo “Nei vicoli bui”.
Nel 2017 Polly realizza uno street album sperimentale, in cui spicca il singolo “Le nostre astronavi”. La particolarità di questo progetto sta nella copia fisica del cd, che comprende un libretto di 32 pagine di graffiti su muri e treni, per sottolineare l’importanza del legame tra rap e writing.
A partire da questo anno inizia l’amicizia e la collaborazione dal vivo con Alfre D‘ e con il Colpo di Stato Poetico, un collettivo hip hop che vede al suo interno mc, dj e producer sparsi per l’Emilia-Romagna. Lo scopo del collettivo è creare buona musica e buon rap, con un approccio fondamentalmente real e personale alla musica.
Il 2019 è l’anno di “Petit Mauresque”, il disco più poetico e autobiografico realizzato finora da Polly. Ispirato alla cosiddetta lingua Petit Mauresque, da cui prende il titolo, l’album costruisce un’intelligente analogia tra la lingua franca mediterranea, in uso nei porti mediterranei fino al XIX secolo, e il rap contemporaneo. Questa lingua, chiamata appunto era una sorta di inglese commerciale dell’epoca (formato però da una base di italiano, veneto e ligure, con influenze spagnole, francesi e parole arabe, catalane, greche, siciliane e turche), che i commercianti, i marinai e i portuali dei vari popoli utilizzavano come base per comunicare e “sporcavano” con parole e modi di dire locali. Allo stesso modo il rap può essere visto come una moderna lingua franca mediterranea: parlata nelle banlieue di Marsiglia, nelle periferie di Milano, tra le rovine degli edifici bombardati a Gaza, nelle antiche piazze in Marocco, sotto i portici e nelle università occupate a Bologna, non c’è luogo al mondo che possa resistere alla potenza artistica e comunicativa del rap. Il disco prende le mosse da queste riflessione per affrontare temi cardine della nostra contemporaneità, con un suono decisamente curato e fortemente ispirato al classico boom-bap, grazie anche alla partecipazione di numerosi beat-makers (Zesta, Fastcut, Stamba, Nicola Missiroli, ecc…) e colleghi MC come il milanese Mastino, gli ex sodali Moder e Max Penombra, Kenzie e altri.
Da evidenziare il singolo “Sans Papiers” ed il suo video, dove Polly ha collaborato con la ONG Mediterranea Saving Humans che ha fornito le immagini per il montaggio di Daniele Poli.